Il termine Bioetica compare per la prima volta nel 1970 quando l'oncologo americano Van Rensselaer Potter compone il saggio "Bioethics: Bridge to the Future" cioè Bioetica:un ponte verso il futuro. Secondo Potter, occorreva creare una nuova disciplina che interagisse con la biologia e la correlata biomedicina riguardo a problematiche quali: trapianto di organi o di cellule e geni, eutanasia, sperimentazioni su animali ecc. In realtà le problematiche etiche relative a sperimentazioni scientifiche furono sollevate con rilievo già a partire dalla fine degli anni Quaranta, in particolare dal 1949 con il Processo di Norimberga, dove si condannarono i medici nazisti che nel campo di concentramento tedeschi praticarono senza scrupolo esperimenti su esseri umani senza il loro consenso, ed anche eutanasie forzate su persone ritenute 'indegne di vivere'(ritardati mentali, menomati fisici). Nel 1969 Daniel Callahan, filosofo e ricercatore scientifico, e Willard Gaylin, psicologo, fondarono l'Institute of Society, Ethics and the Life Sciences: filosofi e scienziati si riunivano per discutere questioni etiche e legali, ma anche sociali, legate ai processi delle sperimentazioni scientifiche e mediche. In particolare, l'ideale di Callahan era una medicina 'equa e sostenibile' anche a livelli di costi, una medicina che non cercasse a tutti i costi di guarire i malati cronici-terminali con trapianti e dialisi, bensì di sostenere gli stessi con cure palliative. Una medicina umana che non combattesse la morte ma che la accompagnasse nel modo più dolce possibile: lo scopo era migliorare la qualità della vita e non la sua durata. Ma torniamo a Potter. Egli fu influenzato dal pensiero di Aldo Leopold, uno dei padri dell'ecologia, intesa come salvaguardia dell'ecosistema terrestre, difesa della vita selvaggia e ricerca di un equilibrio tra l'uomo e la Natura. Potter si proponeva di creare una 'scienza per la sopravvivenza': contrario all'abuso dei mezzi tecnologici della medicina aveva una visione catastrofistica della bioetica. Nel 1978 un altro studioso e filosofo, W.T.Reich, definì la Bioetica come 'lo studio sistematico delle dimensioni morali inclusa la visione morale, la condotta e le politiche ? delle scienze della vita e della salute, utilizzando varie metodologie etiche e con un'impostazione interdisciplinare': questa è ancora considerata la definizione ufficiale. Reich, professore di etica e religione presso l'università di Georgetown e successivamente professore di Bioetica presso la facoltà di scienze della stessa università scrisse e pubblicò, nel 1978, l'Enciclopedia della Bioetica, opera in 4 volumi, divenuta pilastro di questa nuova disciplina.
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